Storia del Pilates

di ZEN Studio Pilates | 18 Gennaio 2021

STORIA DEL CREATORE DEL METODO PILATES.

Joseph Hubertus Pilates era un tedesco di origine greca, nato a Mönchengladbach, nei pressi di Düsseldorf, nel 1883. Il suo lavoro scaturì da una necessità personale: da ragazzino Pilates soffriva di asma cronica, di rachitismo e di febbre reumatica che lo rendevano gracile e piuttosto debole. Per migliorare la sua salute e irrobustire il corpo, il ragazzo cominciò così a praticare molti sport: ginnastica, scherma, pugilato, nuoto, diving e sci. Grazie alla sua perseveranza, già a 14 anni ottenne i primi risultati di così tanto impegno: il suo corpo era diventato talmente atletico e armonioso che egli posò come modello per tavole didattiche di anatomia.

 

Il bambino gracilino, come il “brutto anatroccolo”, era diventato un giovane robusto, un “cigno” stupendo. Iniziò lo studio delle discipline orientali, quali lo Yoga, il Tai Chi e il Qi gong, per l’importanza che queste attribuivano alla concentrazione, al controllo della mente sul corpo e soprattutto alla respirazione. Con il passare del tempo Pilates creò una propria tecnica di allenamento basata su sequenze di movimenti precisi e controllati, che sono alla base del suo metodo. Quello

che oggi chiamiamo il Metodo Pilates in realtà Pilates lo battezzò proprio “Contrology”.

 

Nel 1912 Pilates andò in Inghilterra per inseguire il suo sogno di diventare pugile professionista, ma per vivere praticò differenti lavori, tra cui l’istruttore di tecniche

di autodifesa agli agenti di Scotland Yard. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, essendo di nazionalità Tedesca, Pilates fu internato in un campo di lavoro nel Lancaster. Anche in questa occasione la sua intraprendenza e la sua forza di volontà si dimostrarono pienamente. Colse infatti l’occasione della prigionia per perfezionare il suo metodo di allenamento, sottoponendo sé stesso e i suoi compagni a un rigoroso training. Così sperimentò sugli altri il metodo di allenamento da lui stesso creato.

 

Nel 1918 una terribile epidemia colpì il mondo intero uccidendo milioni di persone, ma l’intera popolazione del campo la superò indenne. Il merito venne attribuito al suo metodo. Trasferito sull’Isola di Man, si trovò di fronte a soldati reduci dalle battaglie. Decise allora di costruire macchinari rudimentali, che potessero servire a riabilitarli, applicando delle molle ai letti di ospedale. Tornato in Germania, Pilates lavorò ad Amburgo come addestratore delle reclute e del corpo di polizia.

 

Nel 1926, rifiutato un lavoro come istruttore per l’esercito tedesco, partì infine per gli Stati Uniti. Durante la traversata verso gli Stati Uniti conobbe Clara, che poi divenne sua moglie e la compagna d’avventura. Insieme a lei aprì uno studio a New York, in uno stabile accanto alla sede del New York City Ballet, la famosa compagnia di balletto statunitense, e cominciò a codificare la sua tecnica. E fu così che il suo nuovo metodo fece appassionare numerosi danzatori, artisti e attori, come Martha Graham, Balanchine, Katharine Hepburn e Laurence Olivier. La prima parte della tecnica era incentrata solo sul Matwork, una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su un materassino, pubblicata nel primo libro: “The return to life through Contrology”.

 

Alla morte di Pilates, nel 1967, la moglie continuò la sua opera con i primi allievi che diffusero la tecnica con il nome del fondatore.

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